Come affrontare il cambiamento
La globalità dello spazio delle informazioni che circolano in maniera spasmodica e incontrollata hanno cambiato le nostre menti. La Fondazione Homo Novus, in considerazione della attualità del tema, ha organizzato un evento il giorno 13 marzo 2021 che ha visto intervento da parte di:
■ Ing. G.F. Grassi, Presidente Fondazione Homo Novus, Ingegnere e Psicologo aziendale.
■ Prof. G. Tarro, Primario emerito di virologia presso l’Ospedale Cotugno di Napoli, virologo internazionale.
■ Dott. M. Borri; Fondazione Homo Novus, Psicologo e Ricercatore.
■ Avv. P. Guidone, Esperto in geopolitica e diplomazia culturale, docente presso Link Campus University, di Roma e Napoli.
■ Dott. G. Diotallevi, CEO di Alfassa. A seguire una sintesi; le relazioni integrali ed i riferimenti per rivedere l’evento sul canale You Tube, sono reperibili al sito www. fondazionehomonovus.net
G.F. Grassi:
Precisazioni in merito a definizioni
correlate al tema dell’evento.
Infodemia (enciclopedia Treccani, neologismo) – (etimologicamente, epidemia di informazione).
Termine coniato nel febbraio 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per denotare la proliferazione incontrollata di notizie scarsamente affidabili in merito all’emergenza generata dalla diffusione dalla Cina del Coronavirus SARS COV-2, definita dall’organizzazione stessa “una sovrabbondanza di informazioni – alcune accurate, altre no – che rende difficile alle persone trovare fonti affidabili e una guida sicura quando ne hanno bisogno”.
L’OMS ha ribadito la necessità di gestire la comunicazione in merito alle emergenze sanitarie con modalità professionali, tempestive, coordinate e solidali, al fine di individuare e contenere la propagazione di false notizie, fake news, che ostacolano il reperimento delle informazioni prodotte dalla comunità scientifica e sanitaria globale, suggerendo misure di prevenzione e cura inaffidabili.
La paura viaggia più veloce della “malattia”, ma vale anche il purché se ne parli, una buona notizia non fa notizia, evidentemente fa business per qualcuno. Infosfera (Treccani) L’insieme dei mezzi di comunicazione e delle
informazioni che da tali mezzi vengono prodotte. Il termine, un neologismo che è una parola composta da “informazione” e “sfera”, sulla falsariga di “biosfera” viene definito come “lo spazio semantico (lessicale n.d.r.) costituito dalla totalità dei documenti, degli agenti e delle loro operazioni”, dove per “documenti” si intende qualsiasi tipo di dato, informazione e conoscenza, codificata e attuata in qualsiasi formato semiotico, gli “agenti” sono qualsiasi sistema in grado di interagire con un documento indipendente (ad esempio una persona, un’organizzazione o un robot software sul web) e il termine “operazioni” include qualsiasi tipo di azione, interazione e trasformazione che può essere eseguita da un agente e che può essere presentata in un documento. (Fonte: Wikipedia)
Epidemia Malattia contagiosa, causata da un microorganismo, che colpisce rapidamente tanti individui di una zona geografica più o meno vasta. Pandemia Dal greco ‘pandēmía’ ‘tutto il popolo’, comp. di pân ‘tutto’ e dêmos ‘popolo’, Epidemia con tendenza a diffondersi rapidamente attraverso vastissimi territori o continenti. Resilienza Resilienza deriva dal latino, re-silire, ed indica la resistenza ad un urto o situazione, un essere di gomma, cioè la capacità di riprendersi dopo una forte avversità. In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di fare fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento, in particolare in ecologia e biologia è la capacità delspagnola (1918), causata da virus H1N1, HIV/AIDS da 1981 in corso, influenza suina (2009 circa), causata da virus H1N1 e la prima epidemia del XX secolo, COVID-19, (2019 in corso), responsabile un virus chiamato SARS-CoV-2
Ancora una volta il vero problema non è il problema in sé ma come lo si affronta e soprattutto la capacità di risolverlo in evoluzione. Esiste la necessità di promuovere una formazione dedicata per aumentare la sensibilità in primis di coloro che si trovano ad operare scelte, la classe dirigente a tutti i livelli, una formazione che la Fondazione Homo Novus ha ben evidente e che è in grado di proporre anche con nuove figure professionali quali ad esempio l’Interdisciplinary Manager, una figura trasversale interdisciplinare appunto, in grado quindi di operare in qualsiasi contesto.
G. Tarro:
“Emergenza COVID e varianti”
È davvero una follia proseguire con la caccia al contagiato da “isolare”, anche perché, il Sars-Cov-2 (e le sue innumerevoli “varianti”) essendo estremamente contagioso e non producendo una immunità stabile, al pari di quello della varicella, la materia vivente di autoripararsi dopo un danno. (Fonte: Wikipedia)
Pandemie: cause e diffusione In tutte le epoche ogni pandemia ha cambiato il corso della storia: accompagnando o provocando guerre, migrazioni, crolli di imperi e di sistemi economici, spesso causando persecuzioni ideologiche. Nella storia sono molti gli esempi di pandemia, la peste di Atene, 430 a.C circa, che causo la morte di Pericle leader dell’emegonia ateniese, la peste antonina, 165 d.C. circa, forse vaiolo o morbillo, una delle cause che determinò l’inizio della fine politica e militare dell’impero Romano, la peste di Cipriano 251 d.C. circa, uccise due imperatori e ne vennero accusati i cristiani quali untori, la peste di Giustiniano, 541 d.C, circa e poi a ondate fino a 750 d.C., causata da batterio Yersinia pestis provocò conseguenze economiche catastrofiche contribuendo a determinare inizio di declino dell’Impero d’Oriente, peste nera, 1346 d.C., causata da batterio che determino la riduzione della popolazione europea da 80 a 30 milioni di persone, ciò determinò alcune importanti trasformazioni del mondo agricolo e l’introduzione di nuovi strumenti tecnico-meccanici, ed in tempi più recenti influenza
si avvia a diventare (o è già diventato) endemico nella popolazione. E, di certo, non lo si schioda da questa con mascherine, lockdown, scuole chiuse, e distanziamento sociale.
Come attestato dai pochi dati resi pubblici dalle case farmaceutiche che li producono, gli attuali vaccini non garantiscono una immunità perenne né, tantomeno, una “immunità sterile” al vaccinato che continua, quindi, a trasmettere il virus. Promettono soltanto di ridurre i sintomi dell’infezione; sintomi che nel 90-95% degli “infettati” addirittura non si manifestano. Sarebbe stato logico, quindi, che ad essere vaccinati fossero solo gli anziani nei quali l’insorgere del Covid rappresenta un reale pericolo. Si è scelto, invece, una vaccinazione di massa che – oltre a moltiplicare i rischi, inevitabilmente connessi ai vaccini – non garantirà una pur provvisoria immunità di gregge; neanche se, centuplicando gli sforzi, si riuscisse a vaccinare tutti gli italiani in una settimana, e non in un anno e mezzo, come oggi si prevede. Quindi bisogna cambiare completamente la fallimentare gestione dell’emergenza- Covid che si protrae, ormai, da un anno. Serve quella che potrebbe essere una nuova, efficace, strategia sanitaria. Ad esempio l’eliminazione di tutte le assurde “norme profilattiche” sinora imposte. Misure profilattiche che, invece, i milioni di ipocondriaci che i lockdown sono riusciti a creare considerano ormai “normali”. Come le onnipresenti “mascherine” che, in molte nazioni, come la Russia ad esempio, non si usano più da mesi.
In Italia, invece, non solo si addita come “untore” chi non si copre anche il naso con la mascherina, ma si continua ad inneggiare a governanti che oggi annunciano nuovi ferrei lockdown per “salvare le vacanze di Pasqua”, dimenticandosi cosa sono state le vacanze natalizie. Basta, poi, con il terrorismo mediatico e l’estromissione di opinioni critiche. E basta anche con la censura: tutta la documentazione relativa all’emergenza (ad esempio: le cartelle cliniche dei “morti per Covid”, gli studi scientifici che supportano la gestione dell’emergenza, i motivi dell’esclusione/ inserimento di farmaci o terapie, o i contratti con aziende farmaceutiche) deve essere messa subito a disposizione del Parlamento, dei ricercatori e del pubblico.
Non mi illudo comunque che, senza un grande movimento di opinione, queste misure possano essere adottate a breve. Anche perché oggi la gente si è ridotta a credere che se non funzionano i lockdown la colpa è di qualche sciagurato che si abbandona alla movida e accetta quanto dichiarato da Antony Fauci, e cioè che, pur con le vaccinazioni, dovremo indossare la mascherina all’aperto almeno fino al 2023. Nell’agosto del 2020 un’altra variante è iniziata a propagarsi nel Regno Unito; spesso chiamata “variante inglese”, ma etichettata come B.1.1.7. Questa variante viene ora isolata in molte nazioni inclusi gli Stati Uniti, la sequenza della variazione della proteina S viene chiamata N501Y e sembra aumentare la trasmissibilità della COVID-19. Recenti studi hanno dimostrato che i vaccinati con RNA messaggero della Pfizer BioNtech e Moderna sono protetti da anticorpi neutralizzanti la nuova variante. Tuttavia altri studi di laboratorio alla Rockfeller University hanno dimostrato la riduzione dell’efficienza dei vaccini ad RNA messaggero sugli anticorpi che neutralizzano il virus. In conclusione queste osservazioni permettono di sapere che esiste la possibilità di una diminuita efficacia degli anticorpi specifici per il virus, e suggeriscono di poter effettuare una modulazione dei vaccini capaci di fare fronte alle nuove varianti virali con l’elicitazione di nuovi anticorpi neutralizzanti. Purtroppo, vi è una nuova variante identificata in Sud Africa, N501Y.V2 (oppure B.1.351). A livello genetico la variante africana ha maggiori cambiamenti di sequenze sia della D614G che di quella inglese. Questa “variante africana” desta maggiore preoccupazione perché le nuove sequenze genetiche sono più vicine al grimaldello virale che si lega al recettore ACE2 delle cellule umane per penetrarle e quindi infettarle. Dal momento che la variazione di sequenza del virus risulta vicino alla “chiave” di entrata cellulare
l’anticorpo specifico potrebbe mancare di neutralizzare la componente virale che permette la penetrazione cellulare. Infine, un’altra variante con le stesse proprietà di quella Sud Africana è stata identificata in Brasile, di cui adesso cominciamo a conoscere la diffusione.
M. Borri:
“L’uomo deve essere educato e non
sostituito”
La considerazione da cui parto è che da molto tempo siamo tutti all’interno di un gioco senza essere in grado di capirlo. L’evidenza è che tutto è costantemente manipolato dall’informazione delle grandi lobbies, forme di associazionismo di natura politica, socio-culturale, fideistica ed economica. Sostituire l’economia ai valori fondanti l’uomo, ci ha portati ad aver perso la dimensione dell’umanesimo, cioè la dimensione dei valori tipici dell’uomo:
intelligenza, volontà, intuito, trascendenza, poesia, etica ed esteticollegata alla logica dei processi psicologici della sua identità di natura. Esistono quattro fasi per apprendere la propria identità di persona:
1) Incompetenza inconscia ; ogni essere umano possiede ambizioni – consce o inconsce – ma non possiede la conoscenza, la chiave di accesso di come realizzare questo suo scopo o progetto. Come esempio pensiamo ad un bambino piccolo che vuole assolutamente andare in bicicletta senza aver mai imparato come si fa.
2) Incompetenza conscia ; attraverso l’esperienza diretta abbiamo la consapevolezza delle proprie capacità, cioè l’esperienza ci dà la misura sia delle proprie capacità che dei propri limiti. Quando il bambino cade dalla bicicletta capisce il suo limite.
3) Competenza conscia ; è la fase più significativa perché permette la conoscenza tra la volonta’, cioè la tensione verso tutti i desideri e le ambizioni, e come realizzarli. Il bambino che era caduto adesso si esercita con impegno e responsabilità ed acquisisce il suo modo specifico di trarre piacere attraverso lo strumento della bicicletta.
4) Competenza creativa ; la conoscenza della propria identità di natura, permette l’azione creativa. L’identità è la logica di natura di come fare bene il proprio progetto, quindi diventa morale di comportamento, cioè qualità aggiunta. In natura ogni specie vivente afferma se stessa attraverso la propria identità, mentre l’uomo – anche se dotato di libero arbitrio – è l’unica specie che dimostra contraddizione verso la propria identità di natura e questo provoca disagio mentale e malattia. Esiste una psicologia che può essere d’aiuto a tanti operatori o ca come creatività. Per contro questa situazione ha reso possibile un effetto psicologico di massa basato sulla paura, sul dubbio e sul senso di colpa. Quindi non c’è da meravigliarsi
se trattiamo il presente con una mentalità del ‘900. Assolutamente obsoleta ed in ritardo su tutto. La soluzione implica sia la consapevolezza che la responsabilità di se stessi. È possibile guarire psicologicamente l’uomo ma occorre avere il coraggio di aggiornare le proprie capacità al momento storico attuale e l’unico criterio che abbiamo per la conoscenza di questo processo è ritrovare la propria identità di persona.
In questa ottica la funzione della psicologia – in quanto scienza interdisciplinare – implica il concetto di responsabilità, soprattutto per quelle figure professionali che operano nel sociale a funzione dell’umanità (scienziato, ricercatore, politico, economista, medico, educatore, operatore sociale etc.). La crisi dell’umano – così come la sua realizzazione – è strettamente, leader sociali in quanto possiede sia il criterio che gli strumenti per rendere consapevoli se stessi.
P. Guidone:
Riflessioni sul rapporto “uomo –
macchina”.
Lontano da me, l’intenzione di entrare in merito a questioni strettamente mediche e politiche legate all’emergenza che viviamo. Il desiderio è raccontare un tema dalle ricadute anche filosoficopolitiche.
Nulla a che fare con la retorica da salotto ma, anzi, con il desiderio di essere parte di una comunità che ha bisogno di idee. Siamo attori protagonisti, tutti, del Mistero della vita: è partendo da un modo corretto di relazionarci con questa dimensione trascendente e comunitaria che possiamo agire in modo fruttuoso. Nel magma del Caos di una Ragione profondamente irrazionale, ospiti di un’Era di intensa crisi ma di grandi opportunità, l’Homo Googlis crea Infosfera e Infodemia: essi sono due temi interessanti. Il primo, Infosfera, è l’insieme dei mezzi di comunicazione e delle informazioni che da tali mezzi vengono prodotte. Il secondo, Infodemia da infodemic, a sua volta composto dai sostantivi info(rmation) (‘informazione’) ed (epi)demic (‘epidemia’). Sorge però un interrogativo, Protagonisti o Spettatori, inermi, di una guerra invisibile? L’Uomo, potente e impunito che soggioga per diritto divino la Natura, arrogante ha lasciato il posto alla consapevolezza, amara, che dopo tutto è nulla può davanti all’Universo! Il Coronavirus (responsabile della patologia nota come CoVid-19), un virus che appartiene a quel ceppo che causa malattie respiratorie di varie entità! Da un banalissimo raffreddore alla ben più grave SARS o sindrome respiratoria grave passando per la MERS, sindrome respiratoria mediorientale! Nuove malattie, salti di specie, ingegneria genetica:
nuove frontiere a guerre mondiali! Il dato certo è la Fenomenologia che tali virus scatenano nella società civile che di punto in bianco si trova a convivere con la psicosi dell’untore! La disumanizzazione della Tecnologia e la sua deriva annientatrice:
da sempre una delle paure profonde è quella che le macchine possano sostituirsi all’uomo. Le antologie sono piene di questa casistica. Il leitmotiv rimane lo stesso e accomuna tutti gli uomini: più la macchina prende vita, assume una identità propria, quasi divina, dunque più elevata di quella terrena propria degli uomini, più questi perderanno ogni connotazione che li contraddistingue. Fino ad essere ridotti in completa schiavitù. La schiavitù, però si sa, è una condizione che un popolo non può sopportare troppo a lungo ed induce, presto o tardi, al rifiuto viscerale di chi la subisce, il conflitto uomo – macchina giunto al suo apice, troverà composizione solo con un ritorno ad una vita secondo Natura dove prende corpo il desiderio di ricostruire un futuro basato su fondamenta di Amore ed Equilibrio. L’individuo moderno appare sempre più svuotato del suo io , disorientato, addirittura stressato da ritmi, dimensioni, bisogni indotti da una ragione Superiore che non ammette deroghe. Da qui, evidente, la necessità di un ritorno alla umanizzazione del reale e della vita stessa. Si necessita, dunque, una introduzione in tutte le fucine del Sapere e negli hub della cultura, di un approccio umanistico al progresso. Siamo degli Innovatori che partono dal solco della Tradizione, non esiste Progresso senza Radici. Oggi, sentiamo sempre di più la necessità di rapporti reali non virtuali. Due polmoni che respirano la stessa aria in una stanza, come felicemente affermava il filosofo Emanuele Franz, “sono un sistema di forze antagoniste alla divisione e alla paura poiché generano un’entità vivente terza che è più forte dei due che l’hanno respirata.